Canale Musica VFY

INVITO ALL’ASCOLTO


Canale di Musica di VideoFromYou

Per la tua privacy YouTube necessita di una tua approvazione prima di essere caricato.
Ho letto la Privacy Policy ed accetto

Seal – Seal – ZTT Records 1991


Seal - Seal - ZTT Records 1991

1991: miglior vocalist inglese, miglior album e video, album dell’anno, miglior canzone dell’anno, miglior artista solo. Da allora, un continuum di musica pulsante colmo di ricercata perfezione.
Seal. Ma chi è costui?

Sette del mattino. La luce filtra prepotente tra le tapparelle. Strisce di luce si lanciano sulle pareti, accendono di colore la seta verdeacqua e salmone di un Ardebil, prezioso compagno di viaggio. Note musicali leggere rendono ancora più frizzante la voce dell’aria mattutina.

E’ domenica. Torino. Per strada l’umanità, pigra, è assente. Automobili, peste delle città. Cammino, in compagnia dei miei passi. Finestre, portoni che si avvicendano. Luci ed ombre tagliate con un coltello. Alberi, in piazzetta Cavour, fanno colazione con l’aria ancora fresca e pulita del mattino. Nessuno in giro, neanche i cani per il loro robotico turno fisiologico.

Arrivo fino al Po. Mi appoggio alla balaustra di pietra che dà sui murazzi. Umanoidi transitano, perfettamente barricati dentro scatole di metallo e plastica, in un vivere modellato per scorrere su quattro ruote. Dai loro sommergibili muovono i periscopi, con sguardi vitrei e paranoici: “Che ci fa lì quello, a quest’ora?”.

Le acque del fiume lentamente scorrono portandosi sulle spalle la plastica, bottiglie-sacchetti-bicchieri. Eppure, subito dopo il ponte di Piazza Vittorio, dopo la piccola diga, si intravedono azzurri, cobalto, riflessi accecanti di bagliori che restituiscono ai flutti la loro naturale dignità.
Ali di gabbiani fendono l’aria, mi fanno innalzare lo sguardo verso l’alto di Superga. Verde silenzio e pulsanti sensazioni nell’animo.

Seal - Seal - ZTT Records 1991

Seal, nato a Londra nel 1963 da madre nigeriana e padre brasiliano/caraibico. Seal Henry Olusegun Olumide Adeola Samuel adottò il nome Seal dalla sua collezione di modelli di animali in porcellana. Durante l’adolescenza una malattia della pelle gli procurò diverse lesioni cutanee sul volto, insieme ad una prematura perdita dei capelli.

A quindici anni si trova nel suo primo gruppo, gli Stay Brave, fino a che, sul finire degli anni ottanta, realizza una sua poco fortunata produzione con il nome Seal. Trascorre diversi mesi viaggiando per l’Asia.
Rapito in California, nello studio del suo eclettico ed ispirato produttore Trevor Horn, lavora fino a realizzare il suo primo album per la ZTT Records, giunto nel 1991. Vende, in pochissimo tempo, tre milioni di copie e, con brani come “Crazy”, vola nell’etere dalle radio di mezzo mondo, facendosi strada nella notorietà, senza dover ricorrere ad alcuna campagna pubblicitaria.

Seal - Seal - ZTT Records 1991La musica di Seal si tinge di personalità sin dalle prime note. Uno stile peculiare, ammantato in una identità espressiva che, complici la raffinatezza della musica ed il timbro graffiante della voce, ne conia un suo originale spartito d’identità.

E come non riconoscergli l’eleganza di una ricerca estetica che traspone in musica la bellezza, con una rara capacità compositiva che s’irradia nella sua energia interpretativa? D’altronde, date uno sguardo alla copertina di questo suo primo disco: il nome SEAL appare con nere lettere giganti su un fondo volutamente bianco. L’uomo appare in lunghi abiti di pelle, in una posa ad arte che, in modo formidabile, crea la lettera A tra le lettere del suo nome.

Mettete il Cd nel lettore e fatelo suonare, in replay, almeno tre volte.
Lasciatevi catturare ed appassionare.
Poi catapultatevi per strada – magari, come me, per le vie della vostra città – a snodare tutta l’energia e la piacevolezza di essere che avrete arrotolato dentro, durante l’ascolto.

Seal - Seal - ZTT Records 1991“L’eterno danzatore danza / di nuova in nuova / danza di bellezza
nei fiori primaverili, / di campo in campo / sulle onde delle messi.
Danza immortale, / nella tua mente, / nelle tue membra,
nella dolcezza del tuo animo, / in quel che contempli, / in quel che scrivi.”

(Rabindranath Tagore Lechan – SE).

Recensione di Gaetano Toldonato