Alla scoperta dei Monasteri della tradizione Esicasta in Romania


SIHASTRI - Locandina 24 marzo 2016 Nell’agosto del 1969 dei monasteri esicasti romeni non sapevo un bel nulla. Con Fernando, amico fraterno e compagno di scuola, ci eravamo appena diplomati. Per festeggiare la promozione, a 19 anni e con pochissimi soldi decidemmo di accettare un invito che Elisabeta ci aveva inviato dalla Romania. Anche della Romania non sapevo gran che: a mala pena il nome della capitale e di qualche altra città.

Avventura e desiderio di visitare un mondo sconosciuto ci catapultarono in un viaggio dalle tante incognite. La meta, in Romania, era la città di Iaşi, che si trova nella regione nord-est del paese, capoluogo della storica regione della Moldavia romena (in passato, tra l’altro, Iaşi assunse anche il ruolo di capitale della Romania).

Iași - Palazzo della Cultura

Iași – Palazzo della Cultura

Arrivammo, con valigia e chitarra a tracolla, dopo un avventuroso viaggio in treno che durò qualche giorno: Torino, Venezia, Vienna, Budapest, Timişoara, Bucarest, Iaşi. Meriterà, in un’altra occasione, narrare nel dettaglio il resoconto di quel viaggio, fatto in un’epoca in cui i confini con Ungheria e Romania erano definiti “cortine di ferro” con dei regimi imperanti molto duri.

Eravamo ospiti di una generosa famiglia di Iaşi, che ci aveva invitato a trascorrere qualche settimana presso di loro. Abitavano in una casa indipendente, con un bel giardino ed un orticello che la circondava. Non lontano dal centro della città, ci si arrivava tramite una larga strada sterrata, lungo cui si dipanavano delle casette unifamiliari, semplici, ma decorose nelle loro strutture in legno, colorate e dall’aspetto accogliente, come le belle, straordinarie persone che all’epoca ebbero il coraggio e la generosità di ospitarci.

Quelle settimane rappresentarono per me l’occasione di una scoperta di un mondo completamente nuovo. Lingua, cultura, tradizioni, cucina, un vero e proprio universo da scoprire, pur nella rigida imposizione di un clima sociale che il regime dell’epoca imponeva in modo assai capillare.

Ebbi comunque la fortuna di essere stato accolto in un clima familiare molto affettuoso, dove, per altro, la cultura, nelle sue varie espressioni, costituiva l’elemento dominante di una vera e propria osmosi di valori e conoscenze che arricchì non poco la mia mente, allora quella di adolescente provincialotto.

Tradizionalmente, Iaşi è riconosciuta come uno dei principali centri della vita sociale, culturale, accademica ed artistica romeni.

Monastero Moldovita, Sud BucovinaFui subito affascinato dalle chiese ortodosse: dopo un’infanzia preadolescenziale trascorsa a frequentare chiese salesiane, domenicane, gesuite, francescane ed alcuni monasteri delle suore di clausura, per servire messa (non sembrerebbe, ma sono stato un chierichetto provetto). Di quelle chiese, grandi e piccole, ne avevo interiorizzato, inconsciamente, il fascino ed il loro misticismo. Nei dettagli dei luoghi, delle icone, delle luminescenze, dei colori, degli odori; nell’eco dei canti, a volte appena udibili, che si spandevano eterei tra le navate, nel mistero dei volti che si intravedevano dietro le grate a crociera dei cori delle monache.

Nelle chiese ortodosse che ebbi modo di visitare all’epoca, scoprii un senso nuovo di benessere interiore, pacato e intenso nello stesso tempo. Le icone, gli arredi, gli affreschi, i canti lievi dei monaci nella penombra. E se di esperienza mistica si può parlare, quella lo fu, pur nella sua semplicità.

Finestra in un monastero

A distanza di tanti anni, quell’antico fervore è rimasto, vivido e appassionato, nutrendo con fervore il desiderio di approfondire tema storico di quei monasteri.

Nel contempo, è maturata anche una mia necessità interiore di restituire, in qualche modo, quel debito di conoscenza, diffondendone e condividendone immagini e riferimenti.

Da qui, la realizzazione di questo breve video sui monasteri esicasti romeni, reso possibile da una paziente raccolta di immagini sul web e da una catalogazione tematica che si dipana lungo un suggestivo tappeto sonoro di sospensione del tempo.

thumbnail of Sintesi de La Tradizione Esicasta Romena

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Nel pdf qui consultabile ritengo sia opportuno poter disporre di una breve presentazione della radici da cui muove la tradizione esicasta romena, tanto da averne la possibilità di contestualizzare significati e valori. A tal fine, mi sono avvalso dell’ottimo documento storico redatto dalla comunità religiosa dei Fratelli Contemplativi di Gesù, locata in Capriata d’Orba (AL), come introduzione ad un testo di Ioanichie Balan. Dall’introduzione originaria ho tratto solo alcuni passi, così da sintetizzarne una prima narrazione da cui potersi affacciarsi sul quadro storico-artistico-religioso dei monasteri esicasti.

Ben venga, quindi, il risvegliarsi della necessità (o anche solo della curiosità) che solleciti il piacere di approfondire un tema le cui radici storiche ci coinvolgono sin dal primo millennio.

Gaetano Toldonato