Visita Insolita – Crocetta – Parrocchia Beata Vergine delle Grazie
Una visita insolita.
Ritorno spesso, nelle prime ore mattutine, ad attraversare l’atrio antistante l’ingresso della chiesa, per poi varcarne la soglia, attraversarne l’atrio e rifugiarmi nel silenzio degli spazi più interni delle navate.
Qui, in questa oasi, dove i rumori assordanti e gli abbagli accecanti si affievoliscono, lasciando campo al sentire libero, dove mi è possibile riappropriarmi di una percezione piena che rinforza la mia dimensione umana e spirituale.
Qui, tra profumi d’incenso e risonanze di passate preghiere.
Ogni volta, come la prima volta, il mio sguardo si alza spontaneamente verso l’alto: sopra l’altare, ripercorro quelle splendide immagini, voltandomi ora di qua, ora di là, sforzandomi di intuirne i significati, a ricostruirne le storie.
Millenni di sacralità riportati sulle mura… in alto, tanto alto da accendere il desiderio di poterne vivere l’emozione di guardarle da vicino, così come le mani dell’artista le ha miracolosamente rese vive.
Ed ecco la visita insolita: insolito è l’ingresso, insolita è l’altezza a cui accingersi ad esplorare le tante sacre rappresentazioni che popolano, con le loro trascendenti bellezze, le navate della chiesa. In alto.
In alto, dove si levano, nel mistero della fede, l’infinito numero di preghiere che sono state rivolte alla Vergine, dal 1889 sino ad oggi.
Preghiere intrise di umane speranze, segni di devozione e di fiducia di cui l’eco ancora risuona sulle espressioni delle sacre effigi.
Qui il senso della visita insolita: ricollocare in una nuova prospettiva la ricchezza che compone ogni angolo della chiesa, recuperandone i significati, riassegnandone i valori, rendendola ancora più vicina a tutti coloro ne hanno fatto la casa della loro spiritualità.
Domine, non sum dignus.
recensione di Gaetano Toldonato
Nisi Dominus
Cum dederit dilectis suis somnum
Ecce haereditas Domini
Filii merces, Fructus ventris
“Vivaldi… in una delle pagine più suggestive di tutta la sua letteratura sacra: costruita con una straordinaria semplicità e… con grande perizia armonica e melodica.
L’esito è affascinante, ampio, morbido.”
(2015, Antonio Tamburini)
La Chiesa.
La Chiesa della Beata Vergine delle Grazie è la parrocchia del quartiere Crocetta, a Torino, sin dal 1889, dopo che nel 1887 Don Alessandro Roccati, non appena designato parroco, ne aveva acquisito il terreno e iniziata la costruzione.
Progettata da Giuseppe Ferrari, la costruzione riporta molti degli stilemi architettonici neogotici riscontrabili negli edifici della seconda metà ottocento, pur nella fusione di stili diversi, con un impianto a croce greca, un atrio che rammenta la struttura delle prime basiliche cristiane ed un campanile di stile romanico.
La pianta della chiesa è costituita da tre navate, di cui la centrale si avvale di un maggiore respiro volumetrico, in larghezza ed in altezza, rispetto alle due navate laterali, e presenta preziose decorazioni in stile neo-bizantino con un soffitto in legno da cui emergono decorazioni dai cromatismi vividi.
La navata sinistra racchiude la “Deposizione di Cristo nel sepolcro”, copia dell’ultimo dipinto di Jacopo Tintoretto (1594).
La navata di destra accoglie l’altare consacrato alla Madonna delle Grazie, dove è esposta una splendida scultura dorata della Madonna, scolpita in legno nel XVII secolo.
Bellissimo video, è vero : la chiesa è un’oasi di pace comunque, che tu creda o no. Grazie
Gentile Amica, concordo pienamente con Lei sul considerare la chiesa un luogo sacro in cui poter espandere il senso dei propri pensieri, la profondità del proprio sentire, la dimensione spirituale del proprio essere. Aldilà di ciò che ciascuno di noi è cosciente di credere.
Grazie per il suo commento.
La nostra chiesa è bella ma vista così … è una meraviglia Splendida ripresa. Ottimo sottofondo musicale. Mistico il commento
Grazie di questo dono a voi che ce lo donate Avete dato voce ai tanti che. nel
corso della giornata qui trovano un’oasi per lo spirito
Ancora grazie
Caro Don Guido, riempie di piena soddisfazione il poter essere stati parte ispiratrice dei suoi generosi commenti sugli elementi costitutivi che, nella loro specificità, ci hanno consentito di dare corpo ad una profonda ispirazione interiore.
Nelle riprese, nelle musiche e nel commento abbiamo cercato di riportare quanto, del sentire di ciascuno di noi realizzatori, è stato significativamente pervaso nella sua espressività spirituale.
Grazie per il suo commento.